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RASSEGNA STAMPA, Il Messaggero:"Cessione Società: le banche ad un passo dall’accordo"

Si riporta l’articolo de Il Messaggero sulla cessione della società

Mediobanca e Unicredit sembrano finalmente vicini all’accordo sul futuro dell’As Roma. Da firmarsi, salvo nuovi colpi di scena, entro domani. Riunioni decisive sarebbero in programma oggi allo scopo di predisporre le modalità della nomina dell’amministratore delegato di Roma 2000, la subholding controllata da Italpetroli che ha in pancia il 67% del club giallorosso. Le trattative fra piazzetta Cuccia, advisor della famiglia Sensi e piazza Cordusio si stanno prolungando oltre le aspettative a causa delle insidie in agguato.

  

La scelta suggerita da Unicredit sarebbe per un commercialista romano la cui identità rimane coperta dalla riservatezza. L’arrivo del professionista incaricato di cedere la maggioranza della Roma potrebbe configurare un cambio del controllo della società di calcio che è quotata in Borsa. Ieri il titolo in piazza Affari ha perso un altro 3,61% chiudendo a 0,935 euro. Quindi ci sarebbe il timore che Unicredit possa essere costretto a lanciare l’opa sulla minoranza del club. Ai valori correnti di mercato (la squadra capitalizza 124 milioni) l’opa sul 33% sparso sul mercato, verrebbe a costare a Unicredit circa 41 milioni. In pratica, la banca guidata da Alessandro Profumo correrebbe il rischio di dover spendere soldi in un’operazione concepita al contrario per consentire a Unicredit di recuperare una parte dei 300 milioni di debiti accumulati dal gruppo Italpetroli e non rimborsati come prevedeva il piano di rientro. La soluzione definitiva si sta avvicinando perchè i legali di Unicredit e quelli della famiglia Sensi avrebbero trovato un’intesa per formulare il testo di un accordo che metta la banca al riparo da qualunque rischio. Italpetroli è controllata al 51% dai Sensi e al 49% da Unicredit che oltre tutto di recente ha nominato un suo rappresentante – l’avvocato Roberto Cappelli – nel cda della holding. La scelta della governance di Roma 2000, cioè del nuovo cda formato da tre membri tra cui l’amministratore delegato e i poteri a quest’ultimo per vendere la Roma, verrebbe definita in modo tale che non emerga la ”spinta” di Unicredit verso questa soluzione.


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